19 aprile 2014

Mi dispiace.
Sono grassa. Obesa. Schifosa.
Occupo spazio nella tua casa.
Mi dispiace, davvero.
Sono stupida. Idiota. Pigra.
Non riesco a essere abbastanza per te.
Mi dispiace! Davvero, scusami se sono nata.
Sono inutile. Immonda. Lurida.
Consumo aria nel tuo spazio.

Perché non mi hai uccisa da piccola?
Potevi soffocarmi con il cuscino mentre dormivo.
Potevi lasciarmi in un cassonetto.
Perché non l'hai fatto?!?

Capisco perché la gente mi ferisce con sempre più coltelli affilati.
Perché la gente trova facile lasciarmi come fossi spazzatura.

Sono una lurida grassona del cazzo. Tanto inutile quanto fastidiosa.
Continuate le vostre vite, io porrò fine alla mia nell'unico modo che conosco possibile.

31 marzo 2014

Mi sveglio piano, almeno credo, forse sto ancora sognando.
Penso a cosa mi aspetta appena esco dal mio bozzolo di coperte.
Comunque scendo dal letto. Sono stanca. Mi gira la testa.
Ho di nuovo pianto in silenzio, nel buio della stanza?
Vado in cucina. Ho una cosa da fare, e poi ritornerò a dormire.
Apro il cassetto e prendo un coltello. Quello lungo 25cm. Con il manico rosso.
Assaggio la lama con le dita. Piano piano passa sui polpastrelli.
Dirigo la punta verso il petto. Poco più a sinistra dallo sterno.
Sento lo spazio che andrei a creare. Fra le coste, dritte verso un muscolo.
Avrò quella forza nelle braccia? Forse no.
Per penetrare carne e rompere ossa ci vuole molta forza.
E allora mi lascio cadere, la forza di gravità farà il resto.

Questa volta mi sveglio sul serio. Sempre piano comunque.
Bhè, è da tenere in conto ciò che ho appena sognato.

Chissà come sarebbe se mi trovassero riversa in cucina, in una pozza di sangue, con un coltello piantato nel cuore, e la consapevolezza che ho avuto la disperata forza di fare un gesto tanto drastico.

30 marzo 2014

Sometimes Things Just Keep Getting Worse

La mia mente non è più mia.

Scordo cose banalissime, come la mia età.
L'altro ieri sono stata presa dal dubbio.
Come fai a scordarti quanti anni hai?!?
Ho dovuto pensarci e fare un calcolo.

Riesco ad addormentarmi sempre troppo tardi la notte.
E poi mi sveglio di soprassalto due o tre ore dopo.
Il cuore a mille e l'ansia per un qualcosa di viscerale che ti assale da dentro.


Non riesco più a trovar piacere nel fare le cose che prima mi stimolavano ad andare avanti e mi facevano sentir meglio.
Vorrei ritrovare la gioia di dipingere.
E poi ne sta andando della mia carriera universitaria.

Sapete, prima ne avrei parlato con le mie uniche due amiche, ma adesso non posso.
Una non vuole far più parte della mia vita e siamo ex amiche (assurdo, come se fossimo state fidanzate) e con l'altra non ho più neanche due minuti per poter stare insieme perchè, bhè, è la coinquilina dalla prima qui citata. E fanno tutto insieme. Pappa e ciccia come se io non esistessi.
L'altro giorno, ho chiesto a quest'ultima un'oretta del suo tempo per poter prendere un tè insieme, chiacchierare un pò perchè (porca puttana, devo ammetterlo) mi manca.
Cerco di capire e comprendere. Esser ragionevole. Però...
Non valgo un'ora del suo tempo, perchè quel tempo doveva esser speso insieme all'altra, come se non la vedesse tutti i giorni, 24h su 24.

Odio sentire questo dolore sordo misto a delusione.

Non valgo neanche il tempo di un'ora.
Valgo meno di quel minuscolo periodo di tempo che, in confronto alla vita, è un granello di sabbia.

E la notte non dormo.
Ho un dolore lancinante al petto.
Le gambe mi cedono e fanno male.
Vorrei piangere e piangere, ma sarei debole e fragile. E sarei patetica.

Ho deciso che andrò alla ricerca di una pianta di oleandro.
Ho deciso questa via, quando vorrò finalmente farla finita.
Prima però, ho delle cose da fare.
Un bacio e una stretta. Delle ossa e della pelle secca.
E altre ultime cose.
E poi me ne andrò da tutto questo appena le avrò finite.