14 febbraio 2014

Am I Abnormal?

Sono anormale?
Un'anomalia nata da un pensiero distorto?

Ieri sera è morta la mia ultima nonna. La madre di mia madre.
Stava bene. Ha cenato, si è sdraiata sul letto e si è semplicemente addormentata, per non più risvegliarsi.
E' stata la nonna che mi ha cresciuto quando ero piccola e i miei non potevano permettersi di mandarmi in asilo e dovevano lavorare.
Era quella che chiamavo "mamma", e ogni volta che qualche vecchietto troppo impiccione mi diceva che era mia nonna e non mia mamma, io, dalla impertinente età di 5 anni rispondevo "è la mamma di mia mamma e le voglio bene".
Era quella che mi portava sempre con lei a far la spesa al mercato, e mi ha fatto apprezzare la frutta di quella buona, la verdura fresca, la cucina meridionale.
Era quella che mi rincorreva per le vie dei boschi quando passavamo l'estate su in montagan. E che mi portava a raccogliere more e lamponi che crescevano selvatici in quei luoghi.
Era quella che al mattino sempre latte fresco, della contadina vicina, appena munto, in cui inzuppavamo dei taralli giganti all'olio d'oliva e finocchio. Lo so che sembra strano, ma era la cosa più buona del mondo. E alla sera a giocare partite inteminabili a carte, tombola o cruciverba, dimenticandosi completamente della televisione.
Lei era mia nonna.
Che poi, la morte di mio nonno, più di 10 anni fa, l'ha cambiata.
Era diventata più stanca, più distratta, più malferma sulle gambe che l'avevano sempre portata a camminare e ad andare avanti, senza mai fermarsi, da vera donna meridionale.

Adesso...tutti piangono, io no.
Tutti si sorprendono per questa morte improvvisa, io no.
Sono sbagliata? No, giusto?
Insomma, era anziana. Era il momento. Perchè esser tristi?

Adoravo mia nonna, ma non sono triste per la sua morte.
Non sono troppo sorpresa.
Non rimpiango di non averla vista per "un'ultima volta".
Le voglio bene e lei ne voleva a me. Questo non cambia.
La morte non toglie questo sentimento.

Sono cinica? Senza cuore?
No, ma mi chiedo perchè non sento tutta questa tristezza che tutti gli altri provano e mostrano.
Forse perchè, comunque, ho sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivata. Ma ha vissuto, e anche a lungo, ha amato, riso, pianto e respirato.  La morte non toglie tutto questo.
La morte fa parte della vita. L'anima, lo spirito o qualunque cosa può definire un essere, quando si stacca dal corpo terreno, è giusto così.
La morte non è tristezza, disperazione, rimpianto, dolore. Non è neanche gioia e felicità.
Ma è neutra. Una tappa del nostro essere. Immutabile e inevitabile.
E avere paura di qualcosa di inevitabile, è inutile.
Provar tristezza o dolore per qualcosa di immutabile, è vano.

Tutti diventeremo polvere. Tutti ritorneremo a esser niente.

1 commento:

  1. ti capisco, un mese fa è morta la mia nonna materna, come la tua era la mia "ultima nonna" e anche quella che mi ha accudito quando i miei lavoravano.
    nemmeno io sono un tipo che piange, non ho pianto quando è morta la mia tata, mio nonno paterno e mio nonno materno. nemmeno per mia nonna materna, mi è scesa solo una lacrima quando ho saputo che mi aveva lasciato per ricordo la federa di un cuscino sulla quale aveva iniziato a insegnarmi a ricamare. io non piango, o piango molto poco, ma l'importante è sapere che le persone che abbiamo perso saranno sempre con noi, anche quando non ricorderemo più le loro voci e i loro volti saranno sfocati sarà il ricordo del pane caldo con olio, sale e origano, il ricordo di giorni d'estate passati a fare le conserve, i giorni passati con mia cugina a casa di mia nonna a farmi ricordare di quano le abbia voluto bene anche senza averlo mai detto apertamente. loro ci hanno cresciuto e una parte di loro rimarrà sempre in noi, nei nostri atteggiamenti e nelle nostre abitudini, in piccoli gesti di affetto che magari regaleremo ai nostri figli e nipoti.

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